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Under 35, nel 2010 più di 400mila hanno perso il lavoro

11 Ago 2011
Federico D
Contratti, Notizie

Il mercato del lavoro si rivela ancora difficile per i giovani. Lo confermano gli ultimi dati diffusi dall’osservatorio di DataGiovani che rileva come quasi il 20% dei disoccupati nel 2010 aveva un occupazione l’anno prima e circa il 60% dei giovani, intesi come Under 35, è disoccupato da più di un anno. In totale nel 2010 sono stati poco meno di 210mila i giovani che hanno perso un posto di lavoro.

A questa cifra vanno aggiunti i quasi 218mila ragazzi che sono passati dalla condizione di ‘occupato’ a quella di ‘inattivo’, sia perché si sono rimessi a studiare sia soprattutto perché hanno perso le speranze di trovare un altro posto di lavoro. Inoltre sono 686mila gli under 35 che cercano lavoro da oltre un anno.
La graduatoria dell’indice di disoccupazione relativo al 2010 vede ancora comandare il Sud, mentre le regioni settentrionali restano in coda. Ma l’indice di evoluzione del mercato del lavoro giovanile relativa all’anno passato mostra come in controtendenza siano le regioni del Sud Italia che si sono attrezzate meglio per reagire alla crisi occupazionale. In testa ci sono infatti Molise e Campania, con venti punti in più della media nazionale, e a seguire la Calabria.

Un risultato frutto della creazione di nuovi posti di lavoro: oltre il 20% degli occupati del 2010 non aveva un lavoro nel 2009. Ma anche del minore livello legato al rischio di perdere il lavoro: meno del 12% dei disoccupati nel 2010 erano occupati nel 2009, contro una media nazionale che sfiora il 18%. Tra le regioni del Nord fanno registrare dati positivi solo Liguria e Trentino, mentre le altre si contraddistinguono per i pochi posti di lavoro nuovi creati per i giovani (meno del 12%) e per un elevato rischio di cessazione dei contratti in essere.

La rivincita per le regioni settentrionali arriva quando si analizza l’evoluzione complessiva del mercato del lavoro giovanile nel quale rispetto al 2008 e 2009 molte vanno meglio, a cominciare da Liguria, Veneto ed Emilia Romagna. A chiudere la classifica invece la Sicilia, che perde ben otto posizioni nella classifica delle regioni italiane, e la Puglia che scala di sei.

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